Nelle prossime settimane sono attese molte tempeste magnetiche. Colpa
del sole e della sua irrequitezza che potrebbe creare seri problemi ai
satelliti in orbita sulla terra Dopo le eruzioni avvenute nei giorni
scorsi sulla superficie solare, si attende un crescendo, fino al picco
di attività atteso entro la fine di maggio. «Oggi la tecnologia ci
fornisce l’opportunità di comprendere meglio il comportamento della
nostra stella e quindi di prendere quelle precauzioni che ci possono
evitare alcuni guai», osserva Mauro Messerotti, dell’Istituto Nazionale
di Astrofisica (Inaf), dalla International Space Conference in corso a
Roma.
SCIAMI DI PARTICELLE VERSO LA TERRA Gli sciami di
particelle scagliati dal Sole verso la Terra possono provocare infatti
tempeste magnetiche. "L'attività solare - spiega Messerotti - può, ad
esempio, far cambiare rotta agli aerei di linea, che anziché passare sui
Poli sono costretti a lunghi tragitti per evitare di far assorbire
radiazioni all’equipaggio che fa quella rotta in maniera frequente e per
tutelare i passeggeri". "Essere investiti da queste radiazioni -
prosegue - è come sottoporsi ad una dose equivalente a quella che si
potrebbe assorbire facendo fra 10 e 50 schermografie con le
apparecchiature disponibili negli anni '60".
PROBLEMI AI SATELLITI GPS Le tempeste magnetiche sono
un problema molto serio anche per i satelliti in orbita, che subiscono
una sorta di corto circuito. A volte si tratta di un guasto transitorio
ma spesso il brillamento solare può metterli definitivamente fuori uso.
Se pensiamo che potrebbero essere colpiti i satelliti per le
telecomunicazioni e quelli Gps per il posizionamento, è facile
immaginare le conseguenze sulla Terra. Ad esempio, i satelliti Gps
colpiti dalle radiazioni possono inviare dati distorti e diventare così
inutili.
SORVEGLIATO SPECIALE Il Sole è quindi un 'sorvegliato
specialè, e non solo in questo periodo. Per Messerotti è fondamentale
ricostruirne ka storia. Finora, ha detto, sono state raccolte
informazioni su circa 40 cicli, ognuno dei quali ha la durata di 11
anni. Tuttavia, ha aggiunto, consideriamo che la nostra stella ha circa
quattro miliardi di anni ed ha avuto intorno ai 400 milioni di cicli.
"Dobbiamo - conclude Messerotti - ancora capire molte cose e la
tecnologia spaziale ci sta dando una mano". Accanto agli satelliti per
l'osservazione del Sole già attivi, nel 2017 l’Agenzia Spaziale Europea
(Esa) prevede di lanciare il Solar Orbiter, che fornirà ulteriori dati.
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