Per gourmet, semplici golosi e amanti del mare l'appuntamento con
Girotonno è, da 11 anni, uno di quelli da sottolineare in rosso
sull'agenda. Già, perché quello che andrà in scena dal 30 maggio al 2
giugno.
a Carloforte (CI) non è un semplice festival gastronomico. Come
recita il sottotitolo della manifestazione, «Uomini, storie e sapori
sulle rotte del tonno», sull'isola di san Pietro il tonno sarà infatti
protagonista a 360°. Ma non certo l'unico.
Per quattro giorni si susseguiranno appuntamenti di ogni genere:
incontri legati alle tradizioni culturali, artistiche ed
enogastronomiche, musica (la sera del primo giugno si esibiranno gli
Stadio), spettacoli di strada, convegni e dibattiti per celebrare
l’antica tradizione e la cultura del tonno, da sempre legata al
territorio.
A Carloforte sull'isola di San Pietro nel sud ovest della Sardegna, il
tonno è storia: già i Fenici e i Romani avevano scoperto la magia del
suo passaggio lungo questo tratto di costa facendone tesoro per la vita
dei loro insediamenti. E la tonnara di Carloforte, attiva senza
interruzioni dal 1738, è ancora oggi la prima nel Mediterraneo per
quantità di pescato. Durante questo fine settimana sarà possibile
assaggiare vari piatti magistralmente preparati da chef provenienti da
differenti parti del mondo che si sbizzarriranno nella preparazione del
famoso tonno rosso ovvero la qualità più pregiata.
Momento clou della manifestazione sarà il «Tuna Competition», la sfida
gastronomica alla quale parteciperanno chef provenienti da sei Paesi:
Argentina (Emiliano Lopez e Andrea Corbo), Francia (Alain Cirelli e
Fabrizio Cosso), Italia (Pierluigi Fais e Roberto Flore), Giappone
(Haruo Ichikawa e Lorenzo Lavezzari), Mauritius (Vinod Sookar) e Spagna
(Josè Luis Marin e Roberto Pena Medina) che si sfideranno proponendo una
selezione di ricette a base di tonno cotto e crudo a una giuria
composta da giornalisti ed esperti di enogastronomia internazionali. I
visitatori potranno assaggiare le specialità a base di tonno al Tuna
Village. Sul lungomare e nelle stradine del centro storico di
Carloforte, saranno disponibili due specialità a base di tonno a scelta
tra: pasticcio carlofortino di pasta fresca con pesto, pomodoro, tonno e
formaggio, cous cous con salsa di tonno al profumo di erbe, spezzatino
di tonno alla carlofortina con patate e pansotti con tonno, pomodoro e
mozzarella (ticket 12 euro).
Non solo tonno, però: le migliori produzioni enogastronomiche sarde
saranno al centro dei Live cooking, organizzati in collaborazione con lo
chef Luigi Pomata, all'ex mercato del pesce di Carloforte, l'«Ex Me».
Ogni ora, dal venerdì alla domenica, il focus sarà un prodotto diverso,
in abbinamento ai vini del territorio (ticket 5 euro). Spazio anche aI
wine tasting delle migliori produzioni enologiche sarde e alla
degustazione di birre artigianali della Regione.
Erano giallo-rossi e sono diventati bianco-rossi, ma il calcio non
c’entra. I piedi sì, per scarpinare su quei sentieri che trent’anni fa
erano segnati solo su pochi massicci, dal Terminillo agli Ernici, e oggi
permettono di avventurarsi su gran parte dei monti e delle colline del
Lazio con un itinerario preciso, un punto di partenza e una meta,
distanze e difficoltà ben definite.
In teoria senza perdersi; in pratica, come sostiene Stefano
Ardito, documentarista e scrittore, camminatore e alpinista, autore
della guida Iter “I 50 sentieri più belli del Lazio”, che festeggia i
trent’anni dall’uscita del suo primo volume “A piedi nel Lazio”, «a
volte è bello anche camminare fuori dai sentieri e perdersi».
Quello almeno non è cambiato: camminare sembra un’attività vecchia
quanto l’uomo, eppure si è modernizzata e sulla guida oggi ci sono
addirittura le coordinate per il GPS.
La tecnologia.
«Quella del GPS in effetti è diventata una moda, un’esagerazione -
afferma Ardito - ma in trent’anni è cambiato quasi tutto. Prima esisteva
solo il Cai, il Club alpino italiano, oggi si contano una trentina di
associazioni; poi è aumentata la gente che ha questa passione, un tempo
erano duri e puri, con la bussola e i calzoni alla zuava, oggi c’è chi
gira col binocolo per vedere fiori e animali, chi cerca i sentieri
etruschi... Prima gli escursionisti erano i fratelli minori degli
alpinisti e guardavano la grande parete dal basso».
Ma i tempi cambiano. «Anche l’equipaggiamento è
cambiato - continua Ardito - è diventato colorato e più specifico, fatto
apposta per camminare. La prima grande rivoluzione è stato il passaggio
dagli scarponi di cuoio pesante alle pedule più leggere da escursioni.
Poi sono arrivati i bastoncini, fondamentali soprattutto in discesa,
servono a scaricare fino al 30% dello sforzo, si piegano e si infilano
nello zaino». Ma non solo. A cambiare, in tutti questi anni, è stata
anche la natura. Non sempre in modo negativo, anzi a volte in modo
incredibile. «Oggi, anche nel Lazio, è possibile incontrare molti più
animali di prima. Varie volte ho visto l’aquila librarsi sopra la mia
testa, mentre un tempo i rapaci erano quasi spariti, causa caccia e i
pesticidi. Cervi e caprioli sono stati reintrodotti nei parchi e si sono
moltiplicati. Ma con un po’ di fortuna si possono incontrare il lupo,
il camoscio appenninico, l’orso, il fenicottero, il cavaliere d’Italia».
Le escursioni. E dunque via per vette, laghi e faggete,
strade romane e necropoli etrusche. Poi i borghi, i castelli
medioevali, le cascate e le scogliere sul Tirreno, tutto a un passo o
poco più da casa. I 50 sentieri descritti nella guida vanno dalle vette
dell’Appennino ai laghi nei crateri degli antichi vulcani, dalla via
Francigena all’isola di Ventotene, fino al cuore verde di Roma. Si
cammina sull’anello del Lago della Duchessa, nei luoghi di San Tommaso
d’Aquino e nella riserva di Decima-Malafede.
I sentieri sono adatti a tutti i camminatori, anche i meno allenati. Ne
segnalerei tre: il ripido sentiero che porta in vetta al Circeo, da cui
si gode un panorama mozzafiato, è un posto davvero selvaggio a due passi
dalle spiagge più battute; gli itinerari sui Monti della Laga che anche
grazie al mio zampino sono diventati un Parco; il sentiero di Barbarano
per giocare all’archeologia, con le tombe etrusche che emergono dalla
boscaglia».
Una serie di tre eruzioni solari molto violente, si sono susseguite nell'arco di 24 ore, provocando altrettanti blackout temporanei delle comunicazioni radio, secondo quanto riportato dall'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa).
Il primo brillamento, registrato lunedì mattina , è stato seguito da
un secondo evento di classe X 2.8 registrato ieri sera, alle 18:05 ora
italiana. Una terza eruzione (di classe X 3.2) si è invece verificata
questa mattina alle 3:17 ora italiana: è stato l'evento più potente di
questo anno, e il terzo più potente di questo ciclo solare, battuto solo
dal brillamento di classe X 6.9 del 9 agosto 2011, come ricordano gli
esperti dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I brillamenti di
classe X sono in assoluto i più violenti. Il numero che accompagna la
lettera specifica ulteriormente la loro intensità: un evento di classe X
2 è due volte più potente di uno di classe X 1, uno di classe X 3 è tre
volte più intenso, e così via. Le tre eruzioni di questi giorni sono
state accompagnate da espulsioni di massa coronale, un altro tipo di
evento che proietta grandi quantità di particelle dalla corona solare
nello spazio. Secondo i modelli elaborati dalla Nasa, le particelle
espulse con il terzo brillamento si sono allontanate dal Sole ad una
velocità record, e potrebbero addirittura raggiungere le ondate di
particelle emesse dai due brillamenti precedenti. Queste ondate di
particelle solari non erano rivolte verso la Terra. Tuttavia tre
satelliti della Nasa (Stereo-B, Messenger e Spitzer) sono sulla
traiettoria. I loro team si sono attivati per mettere i satelliti in
modalità 'sicurà, in modo da proteggere gli strumenti dal flusso di
materia proveniente dal Sole.
Nelle prossime settimane sono attese molte tempeste magnetiche. Colpa
del sole e della sua irrequitezza che potrebbe creare seri problemi ai
satelliti in orbita sulla terra Dopo le eruzioni avvenute nei giorni
scorsi sulla superficie solare, si attende un crescendo, fino al picco
di attività atteso entro la fine di maggio. «Oggi la tecnologia ci
fornisce l’opportunità di comprendere meglio il comportamento della
nostra stella e quindi di prendere quelle precauzioni che ci possono
evitare alcuni guai», osserva Mauro Messerotti, dell’Istituto Nazionale
di Astrofisica (Inaf), dalla International Space Conference in corso a
Roma.
SCIAMI DI PARTICELLE VERSO LA TERRA Gli sciami di
particelle scagliati dal Sole verso la Terra possono provocare infatti
tempeste magnetiche. "L'attività solare - spiega Messerotti - può, ad
esempio, far cambiare rotta agli aerei di linea, che anziché passare sui
Poli sono costretti a lunghi tragitti per evitare di far assorbire
radiazioni all’equipaggio che fa quella rotta in maniera frequente e per
tutelare i passeggeri". "Essere investiti da queste radiazioni -
prosegue - è come sottoporsi ad una dose equivalente a quella che si
potrebbe assorbire facendo fra 10 e 50 schermografie con le
apparecchiature disponibili negli anni '60".
PROBLEMI AI SATELLITI GPS Le tempeste magnetiche sono
un problema molto serio anche per i satelliti in orbita, che subiscono
una sorta di corto circuito. A volte si tratta di un guasto transitorio
ma spesso il brillamento solare può metterli definitivamente fuori uso.
Se pensiamo che potrebbero essere colpiti i satelliti per le
telecomunicazioni e quelli Gps per il posizionamento, è facile
immaginare le conseguenze sulla Terra. Ad esempio, i satelliti Gps
colpiti dalle radiazioni possono inviare dati distorti e diventare così
inutili.
SORVEGLIATO SPECIALE Il Sole è quindi un 'sorvegliato
specialè, e non solo in questo periodo. Per Messerotti è fondamentale
ricostruirne ka storia. Finora, ha detto, sono state raccolte
informazioni su circa 40 cicli, ognuno dei quali ha la durata di 11
anni. Tuttavia, ha aggiunto, consideriamo che la nostra stella ha circa
quattro miliardi di anni ed ha avuto intorno ai 400 milioni di cicli.
"Dobbiamo - conclude Messerotti - ancora capire molte cose e la
tecnologia spaziale ci sta dando una mano". Accanto agli satelliti per
l'osservazione del Sole già attivi, nel 2017 l’Agenzia Spaziale Europea
(Esa) prevede di lanciare il Solar Orbiter, che fornirà ulteriori dati.
Una serie di tre eruzioni solari molto violente, si sono susseguite nell'arco di 24 ore, provocando altrettanti blackout temporanei delle comunicazioni radio, secondo quanto riportato dall'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa).
Il primo brillamento, registrato lunedì mattina , è stato seguito da
un secondo evento di classe X 2.8 registrato ieri sera, alle 18:05 ora
italiana. Una terza eruzione (di classe X 3.2) si è invece verificata
questa mattina alle 3:17 ora italiana: è stato l'evento più potente di
questo anno, e il terzo più potente di questo ciclo solare, battuto solo
dal brillamento di classe X 6.9 del 9 agosto 2011, come ricordano gli
esperti dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I brillamenti di
classe X sono in assoluto i più violenti. Il numero che accompagna la
lettera specifica ulteriormente la loro intensità: un evento di classe X
2 è due volte più potente di uno di classe X 1, uno di classe X 3 è tre
volte più intenso, e così via. Le tre eruzioni di questi giorni sono
state accompagnate da espulsioni di massa coronale, un altro tipo di
evento che proietta grandi quantità di particelle dalla corona solare
nello spazio. Secondo i modelli elaborati dalla Nasa, le particelle
espulse con il terzo brillamento si sono allontanate dal Sole ad una
velocità record, e potrebbero addirittura raggiungere le ondate di
particelle emesse dai due brillamenti precedenti. Queste ondate di
particelle solari non erano rivolte verso la Terra. Tuttavia tre
satelliti della Nasa (Stereo-B, Messenger e Spitzer) sono sulla
traiettoria. I loro team si sono attivati per mettere i satelliti in
modalità 'sicurà, in modo da proteggere gli strumenti dal flusso di
materia proveniente dal Sole.